Sempre sotto questa torre
passo, mattina e sera.
Nel quartiere popolare
delle facciate scrostate
delle tapparelle di legno
sbilenche, cascanti,
come un fungo
cilindrico, che tende in alto
ad aprirsi come un finferlo,
è spuntato il pistolotto.
"Arte" mi dico la mattina,
quando dall'autobus lo vedo
arrivando, di fronte.
Classico e geometrico
come il Palazzo della Civiltà -
romano, italiano -
in più aerodinamico
ricorda i nuovi grattacieli della fiera
di Milano -
per l'Expo milanese, nazionale.
La sera invece ci passo sotto.
Lì l'autobus mi lascia e salto fuori
(non un modo di dire, un vero e proprio
balzo).
Lì verso le sette incomincia la giornata
quando passo sotto il suo ponteggio
circolare, ed ogni sera è incontro:
voci e immagini in movimento
in questo corridoio di legno stretto.
Ora "vita" mi dico
quando mi schiaccio alla parete
al passaggio di un ragazzo con la bici,
che chiede scusa, "e di che?";
quando il mio peso si sposta in certo
fra il piedo sinistro ed il destro,
chissà dove passeranno il ragazzino
sullo skateboard ed i suoi amici!
Arte e Vita - giorno e notte -
il mio conflitto che rimane
senza il coraggio di accoppiarle
... ... fino a quando? ... ... ...
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